martedì 31 luglio 2007

TELEFONI BIANCHI ( I, 1976)
DI DINO RISI
Con AGOSTINA BELLI, Cochi Ponzoni, Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi.
COMMEDIA "Telefoni bianchi" venne dopo un momento di crisi d'ispirazione di uno dei nostri registi più acuti e abili nel mettere in ridicolo gli italici vizi e costumi. Non che sia tra i suoi film miglioti, ci sono cose che suscitano ilarità, ma non mancano cadute di tono e di gusto:il tutto ruota intorno alla "carriera" dell'attricetta Agostina Belli,di effettiva venustà e di disponibilità esagerata, negli anni del Ventennio. Intorno alla bella protagonista dagli occhi azzurri, un cast di livello, dal divo Vittorio Gassman al gobbo sozzone Ugo Tognazzi, al fidanzato Cochi Ponzoni, condannato a soffrire per la ragazza, e Renato Pozzetto gerarca con mamma tenutaria di bordello.Risi ironizza sull'Italietta di mussoliniana memoria, a volte l'amarezza si avverte, ma il film non sempre regge il comunque denso humour del suo autore.
IL PRINCIPE DELLE MAREE ( Prince of tides, USA 1991)
DI BARBRA STREISAND
Con NICK NOLTE, BARBRA STREISAND, Kate Nelligan, Blythe Danner.
DRAMMATICO/SENTIMENTALE Candidato a sette premi Oscar nel '92, non ne ha portato a casa nessuno: benché molto hollywoodiano,"Il principe delle maree", pur rientrando negli schemi di un cinema drammatico/sentimentale con situazioni estreme, non è affatto un brutto film.Se la Streisand dirige senza particolari impennate una sceneggiatura valida, che risolve in maniera un pò facilotta drammi umani molto gravi, e comunque interpreta con grinta un personaggio vagamente stereotipato come la sua psicoanalista professionale e determinata sul lavoro e fragile quando si tratta di risolvere i problemi propri, la vera mossa vincente del film è Nick Nolte.La sua faccia dai lineamenti pesanti, la sua caratteristica ruvidità da duro, contribuiscono ad esaltare un lavoro di finezza e partecipazione nell'interpretazione di un personaggio complesso e memorabile, rude e spiritoso d'acchito, tormentato e insicuro se scavato più a fondo.Nella bellissima scena centrale,Nolte guarda la pioggia infrangersi sulle finestre dello studio della Streisand:sollecitato dalla donna, il giocatore di football rievoca il trauma che lo ha segnato per sempre.E lo fa faticosamente, pungolato dall'analista, torcendosi le mani e tentando di scansarsi dagli inesorabili ricordi che lo mordono.Un brano di cinema delicato, doloroso e sincero.
POTERE ASSOLUTO ( Absolute power, USA 1996)
DI CLINT EASTWOOD
Con CLINT EASTWOOD, Gene Hackman, Laura Linney, Ed Harris.
THRILLER
La diciottesima regia di Clint Eastwood è un thriller d'intrattenimento, tratto dall'omonimo romanzo di successo di David Baldacci Ford, che però non nasconde una nuova sfiducia da parte dell'"americano all'antica" verso le massime istituzioni, almeno prima dell'11 settembre.Meno riuscito di diversi titoli della fase più recente della carriera dell'attore-regista californiano, non ha l'amarezza di "Un mondo perfetto"e "Mystic river",né la lucidità morale de"Gli spietati", e neppure la malinconia de"I ponti di Madison County" e "Space cowboys": resta comunque un thriller ben girato, con un finale un pò frettoloso( dove sono spiegate le motivazioni del suicidio dell'agente segreto Scott Glenn?) e dà spazio a caratterizzazioni interessanti,come quelle di Ed Harris, Gene Hackman e lo stesso Eastwood.Inoltre, il film ha dalla sua, almeno tre scene d'autore vero:l'inizio,un gioiello di tensione e doppio voyeurismo;la sequenza del triplo agguato al protagonista;e, la migliore, quella in cui la figlia del personaggio di Eastwood, che è un ladro,riesce ad entrare nella sua casa dopo anni.In questa sequenza, di una delicatezza insolita,in cui la giovane donna trova l'abitazione tappezzata di immagini di sé "rubate" , foto fatte di nascosto, c'è un'espressione di amore paterno compiuta da un regista di grande sensibilità.
BENVENUTI IN CASA GORI( I, 1990)
DI ALESSANDRO BENVENUTI
Con ILARIA OCCHINI, CARLO MONNI, ALESSANDRO BENVENUTI, ATHINA CENCI.
COMMEDIA Il titolo della piéce da cui è tratto questo film era "Natale in casa Gori".A teatro Alessandro Benvenuti, autore della commedia, dirigeva e interpretava tutti, ma proprio tutti i personaggi in scena,in una performance da virtuoso.Al cinema, per ovvi motivi,l a cosa non è possibile, e l'autore si ritaglia il ruolo laterale del genero barbiere e perbenista, che ha i suoi segretucci da nascondere...Effettivamente la provenienza teatrale si nota,visto anche che "Benvenuti in casa Gori" è girato praticamente tutto nello stesso appartamento.Però il lavoro degli attori è di qualità, le battute gustose non mancano, e i piccoli odi e le amarezze familiari affiorano , rese con bravura sia dalla regia che dal cast.Per cui, dire che il film è statico è una lapalissiana banalità :ma apprezzarne invece la colorita, velenosa natura, dolce e salata dello humour toscano, non è peccato.
RAPINA RECORD A NEW YORK ( The Anderson tapes, USA 1972)
DI SIDNEY LUMET
Con SEAN CONNERY, Christopher Walken, Dyan Cannon, Martin Balsam.
THRILLER/AZIONE

Crime movie un pò anomalo nella carriera di Sidney Lumet, che con Sean Connery ha lavorato più volte:ispirato a un fatto vero,"The Anderson Tapes" è un thriller a sfondo criminale scarno nell'allestimento del contesto, spiccio nella presentazione dei personaggi, comunque piuttosto caratterizzati, che può contare su un buon assemblaggio d'attori.Non uno dei lavori più riusciti dell'autore di "Serpico", è comunque un piacevole e scorrevole intrattenimento, su una rapina teoricamente a buon potenziale di riuscita, che si risolve in un'ecatombe per un capriccio della sorte.Essenziale Sean Connery nel ruolo del protagonista, si vede un Christopher Walken praticamente esordiente nel clan dei ladri.

lunedì 30 luglio 2007

IL PATRIOTA ( The patriot, USA 2000)
DI ROLAND EMMERICH
Con MEL GIBSON, Heath Ledger, Jason Isaacs, Joely Richardson.
AVVENTURA

Alla faccia del paradosso:un film americano che si intitola "Il patriota", diretto da un tedesco e con protagonista un australiano, anche se nato negli USA.Buon successo di pubblico, ma stroncato nettamente dalla critica, questo film ha,tra i suoi non pochi difetti, una condensazione di eventi da epopea in due ore e mezza circa di proiezione:sembra di assistere a un riassunto di uno sceneggiato televisivo, e Emmerich pompa a tutto spiano le scene d'azione, forse per mascherare la frequente comicità involontaria dei dialoghi.Tra inglesi cattivi come i mostri Haniba e coloni americani rozzi , ma generosi, Gibson & famiglia sono al centro di vicende epiche nelle intenzioni, più spesso da spot del Mulino Bianco.Unica sequenza interessante, anche se largamente improbabile, a livello di logica, la prima vendetta del protagonista che assalta con due figlioletti il drappello di soldati inglesi che stanno portando via il suo primogenito:perlomeno, c'è un bel montaggio e una tensione reale.Poi, il film frana a poco a poco.Uno dei peggiori interpretati da Gibson, che quando la butta sulla retorica patriottica ci va giu'pesante.
JADE ( Jade, USA 1995)
DI WILLIAM FRIEDKIN
Con DAVID CARUSO,LINFA FIORENTINO, CHAZZ PALMINTERI, Richard Crenna.
THRILLER
Operazione di rilancio per William Friedkin a metà anni Novanta, poi incappata nei rimaneggiamenti dei produttori e per forza di cose snaturata, "Jade" è un thriller ambientato a San Francisco con qualche scena piuttosto violenta, e un finale a presunto colpo di scena innescato, in realtà non così imprevedibile.Cast composto principalmente da tre giovani interpreti all'epoca molto ben piazzati, divenuti magari attori di culto, il film di Friedkin ha una bellissima sequenza d'inseguimento per i saliscendi della città del Golden Gate(e il regista è uno dei più bravi di sempre nel realizzare queste scene), un buon inizio intrigante, e un successivo perdere colpi anche a causa di una sceneggiatura non oliatissima.Ultima curiosità :ma la specialità erotica di Jade-Linda Fiorentino, è semplicemente rovesciare il capo all'indietro, distesa sulla schiena sul letto di traverso, e quindi tenendo la testa nel vuoto, mentre viene penetrata?E per questo tutti dicono che fa cose che nessun'altra donna può?Un pò di perplessità rimane...

domenica 29 luglio 2007

TARZAN, L'UOMO SCIMMIA ( Tarzan the Ape man, USA 1981)
DI JOHN DEREK
Con BO DEREK, MILES O'KEEFE, Richard Harris, John Phillip Law.
AVVENTURA
John Derek come conquistatore di belle donne è stato senz'altro ammirevole, avendo avuto relazioni importanti con Ursula Andress,Linda Evans e Bo Derek, ma come regista è sempre stato mediocre.Questo "Tarzan" è uno tra i peggiori mai prodotti, l'appassionato dell'avventura ha di che deludersi, visto che le poche sequenze d'azione sono girate con un ralenti marmoreo, l'eroe inventato da E.R.Burroughs è un colosso tutto muscoli e monoespressivo, e si assiste al film con un impennante senso di noia .Notevoli solo certi paesaggi, anche se il mare all'interno dell'Africa non ci dovrebbe essere mai stato, e le grazie di una bionda e nuda Bo Derek all'apice della sua breve fase di gloria.
FEBBRE DA CAVALLO- LA MANDRAKATA ( I, 2002)
DI CARLO VANZINA
Con GIGI PROIETTI, Nancy Brilli, Enrico Montesano, Carlo Buccirosso.
COMMEDIA
Insolito fare il seguito di un film di trent'anni prima, e c'è da dire che "La mandrakata" ha ottenuto un buon risultato commerciale, ed è stato trattato con simpatia anche dalla critica.Passato per ovvi motivi da Steno al figlio Carlo Vanzina il timone della regia, questo sequel riprende il gaglioffo Fioretti Bruno,in "arte" Mandrake che è sempre in mezzo a "sòle" clamorose, guai con la fidanzata di turno,e intrallazi con compagni di gioco.Il film scorre bene, anche se forse necessitava di qualche taglio, e magari dieci minuti in meno gli avrebbero giovato:e peccato che qua e là il gioco si faccia ripetitivo, perche'gli interpreti sono simpatici e si inseriscono bene, spesso le battute sono divertenti, e i Vanzina sono onestamente meritevoli di stima per aver fatto una commedia non volgare.Certo, le citazioni sono quasi d'obbligo, e infatti "La mandrakata" ripropone spesso situazioni e gags del primo film,però si fa perdonare. Anche se qualcuno nel recensirlo si è fatto prendere da un entusiasmo anche eccessivo.
TUTTO SU MIA MADRE ( Todo sobre mi madre, ES 1999)
DI PEDRO ALMODOVAR
Con CECILIA ROTH, Penelope Cruz, Marisa Paredes, Antonia San Juan.
COMMEDIA/DRAMMATICO

Un film pieno di colori,con una forte dose di ironia, ma anche capace di momenti toccanti, recitato eccellentemente da una squadra di attrici al meglio(con nota di merito alla splendida prova della bella argentina Cecilia Roth):probabilmente il miglior lavoro nella filmografia almodovariana, maturo e pregno d'amore per la Donna, come pochi altri cineasti hanno saputo fare.Nel descrivere la confidenza tra donne ferite, che riescono anche a ridere dei propri guai,nel mostrare la terribile scena della morte del figlio della protagonista, con quella soggettiva disturbante del ragazzo che abbandona la vita, Almodovar tira fuori una carica autorale,una sapienza di direttore d'attori e una tecnica narrativa da strappare l'applauso.Una fiducia nella vita, che anche se a volte spiazza, ti colpisce alle spalle con dolori troppo forti,e sembra non portarti alcun rispetto,che non bisogna perdere mai:è questo forse il messaggio dell'autore.In una Barcellona vista molto da vicino da uno che la conosce bene come Almodovar, e regalarne scorci insoliti, ha luogo un gran conflitto di passioni, in uno dei più bei film realizzati in Europa negli ultimi anni.
SOGNI D'ORO ( I, 1981)
DI NANNI MORETTI
Con NANNI MORETTI, Laura Morante, Piera Degli Esposti, Alessandro Haber.
COMMEDIA
Difficilissimo per un giovane autore riaffacciarsi al giudizio di spettatori e critica con un secondo lavoro, specie se il film d'esordio è stato un caso,inaspettato campione d'incassi , piaciuto a molti recensori e scatenatore di accesi dibattiti."Sogni d'oro" è una riflessione sul mestiere del regista,un insieme di considerazioni sul fare cinema, contraddistinto dall'umorismo velenoso di Moretti, capace di essere ostile al mondo e anche a se stesso, in un gioco (auto) derisorio non sempre comprensibile da tutti.Idee ne sforna diverse,"Sogni d'oro", dagli spettatori-manichino per risolvere il problema delle sale vuote,la crisi d'idee che coglie l'autore, la gara con il regista rivale, il sogno ricorrente della depressione che si tramuta in licantropia.Inquieto, in grado di fare una lucida analisi della responsabilità di essere un autore seguito, ma anche di accanirsi paranoicamente su chi lo circonda,Nanni Moretti si lascia andare ad una disperata perplessità prima della fine,e nella sequenza frammentata del sogno , conduce ad un finale di sconcertante verità, mentre al tavolo con la compagna e diventato un licantropo asserisce:"Sì! Sono un mostro e ti amo!"
PIRANHA PAURA ( Piranha II, USA 1981)
DI JAMES CAMERON
Con TRICIA O'NEIL, Ted Richert, Steve Marachuck, Lance Henriksen.
HORROR Primo film diretto da un futuro pezzo grosso del cinema,il James Cameron dei "Terminator" e di "Titanic", è una coproduzione italo-statunitense girata in una delle isole attorno al continente americano:sfruttando ancora una volta l'idea che esperimenti genetici perpetrati dai militari abbiano prodotto mostri mutanti,come nel primo film di Joe Dante,qui si immagina addirittura che siano stati creati piranhas che vivono nell'acqua salata e volano.Di valido,"Pirana paura" ha solo le riprese subacquee, ben realizzate e illuminate, la trama è perlomeno scontata e balzana, gli effetti speciali mediocri e ultraeconomici( roba nostra:ci pensò il Giannetto De Rossi anche collaboratore di diversi registi dell'horror all'italiana), i dialoghi abbastanza dozzinali.Da rabbrividire c'è ben poco, casomai il pubblico maschile può rallegrarsi per la messa in mostra di discreti topless, e un paio di "estrose" trovate, come i piranhas che mangiano anche l'acciaio, oppure sopravvivono all'interno di un cadavere chiuso nel frigo di un obitorio, rendono questa bidonata un pò una parodia del genere, anche se non era nelle intenzioni...A giudicare da questo film, Cameron non sembrava che avesse le sue brave potenzialità...
LO SBIRRO, IL BOSS E LA BIONDA
( Mad Dog and Glory, USA 1993)
DI JOHN MCNAUGHTON
Con ROBERT DE NIRO, Uma Thurman, Bill Murray, David Caruso.
COMMEDIA
Per essere una commedia, "Lo sbirro,il boss e la bionda"(che titolo scemo, assomiglia a "Il cinico, l'infame, il violento"...), è anche troppo crudo:si apre con due uccisioni e ogni tanto la macchina da presa si sofferma sulla tragica immobilità di cadaveri appena divenuti tali, e perfino la prima notte tra DeNiro e la Thurman vive di un inequivocabile senso drammatico del rapporto di coppia inteso come necessaria reazione al senso di solitudine che nelle persone più sensibili tende a svilupparsi.Ma è anche vero che i tre attori principali sono bene in parte, specialmente per quel che riguarda quel poliziotto in difficoltà ad esprimersi.Peccato che McNaughton abbia avuto le idee confuse e abbia dato alla sua commedia un procedere troppo lento, perchè nelle sequenze di umorismo paradossale,"Mad dog and glory" ha momenti di un certo gusto.
MIA MOGLIE E' UNA STREGA ( I, 1980)
DI CASTELLANO & PIPOLO
Con RENATO POZZETTO, ELEONORA GIORGI, Helmut Berger, Lia Tanzi.
COMMEDIA/ FANTASTICO
A differenza di molti prodotti della cinematografia comico-brillante della prima meta degli anni Ottanta gli si può riconoscere una sostanziale mancanza di volgarità:però ha poco altro di attrattive, qualche situazione surreale come quella in cui Pozzetto balla come un invasato.La Giorgi è bellina, Berger fa un diavolo istrione, e Castellano & Pipolo dirigono poco cinematograficamente come loro solito.Però fu un campione d'incassi, e ha sempre riscosso successo nei suoi passaggi televisivi;rifacimento al minestrone di "Una strega in Paradiso" con Veronica Lake, è una commediola scioccherella che perlomeno non offende nessuno.
UNO SPARO NEL BUIO ( A shot in the dark, GB 1964)
DI BLAKE EDWARDS
Con PETER SELLERS, Elke Sommer, Herbert Lom, George Sanders.
COMMEDIA
Visti i risultati de "La pantera rosa", Edwards e Sellers pensarono di affidare all'ispettore Clouseau un nuovo film, e stavolta molto di più sulle spalle del poliziotto straordinariamente fesso e maramaldeggiatore del linguaggio. Sellers si cala con estro nella commedia , più improntata a una spiritosa presa in giro del giallo classico del filone "whodunit", ed Edwards trova spunto per numerose gags di rilevante riuscita. Forse, come insieme, ancora meglio dell'episodio originale delle disavventure dell'ispettore più "castronerista" del mondo.

sabato 28 luglio 2007

MADONNA CHE SILENZIO C'E' STASERA ( I,1982)
DI MAURIZIO PONZI
Con FRANCESCO NUTI, Edy Angelillo, Gianna Sammarco, Massimo Sarchielli.
COMMEDIA "Lei m'ha lasciato, ma l'ho deciso io!"Sarà ingenuo, forse anche troppo collocabile all'inizio degli anni 80, ma questa sorta di favola ambientata nella Prato degli stabilimenti tessili, di tipi strambi trovati per strada, è gentile e riscuote più di un convinto sorriso. Francesco Nuti al suo meglio, simpatico e vagamente stralunato, un pò perdigiorno e un pò ragazzo perplesso,a ricordare la ragazza di cui sopra, manda quasi all'aria un matrimonio, cerca lavoro e forse non lo trova, gli rubano la bicicletta( ma gli lasciano il parabrezza!), ed è assillato da una mamma rancorosa che non gli perdona di aver lasciato casa( per andare nell'appartamento di fronte).Un'operina semplice, ma che ad anni di distanza si fa vedere ancora con molta simpatia.
IL VENTO E IL LEONE ( The wind and the lion, USA 1975)
DI JOHN MILIUS
Con CANDICE BERGEN, SEAN CONNERY, Brian Keith, Geoffrey Lewis.
AVVENTURA
Da un autore spesso controverso e interessante pur se discontinuo come John Milius , al secondo lavoro da regista( l'esordio era stato con "Dillinger", due anni prima), ecco un filmone d'avventure vecchia maniera, che però curiosamente , rivisto oggi, fa un discorso storico-politico molto attuale, e addirittura anticipatore di certe tematiche circa il conflitto tra Stati uniti e paesi del Medio Oriente.Prendendo spunto da un fatto di cronaca vero, il rapimento di una ricca americana e dei due figli da parte di un predone berbero del deserto,Milius elabora un duello a distanza tra il carismatico guerriero-brigante nordafricano e il presidente in carica Theodore Roosevelt;e i due personaggi, ben interpretati rispettivamente dal fascinoso Sean Connery e dal ruvido Brian Keith,risaltano adeguatamente , così come la combattiva vedova impersonata dalla bella Candice Bergen.Però, il film risente di un pò di ingenuità narrative, e benchè il contesto storico sia reso bene, a volte si ha la sensazione che la dimensione avventurosa sia di peso al quadro "serio" su cui è imbastito il racconto, e viceversa:è comunque una pellicola a tratti suggestiva, che gode di una forza visiva non da poco, e che regala immagini spesso splendide.
SLIVER ( Sliver, USA 1993)
DI PHILLIP NOYCE
Con SHARON STONE, William Baldwin, Tom Berenger, Martin Landau.
THRILLER
Occorre dire che la prova della bionda star di "Basic instinct" è una delle pochissime cose positive che si possono riconoscere a "Sliver"( dicesi di grattacieli fatti a "scheggia", cioè di strutture particolarmente appuntite).La tensione latita, negli uffici si va soltanto a chiacchierare di avventure amorose anziché lavorare( e noi che ci lamentiamo degli impiegati statali...), il ritmo è qui un concetto poco chiaro per Phillip Noyce, e i personaggi sono credibili al grado zero.Le motivazioni dell'assassino?Forse si sono dimenticati di svilupparle, e per arrivare a cento minuti di proiezione, lo spettatore si deve sorbire dialoghi noiosi, riciclaggi da "Nove settimane e mezzo" , attori gratuitamente a culo nudo(che manchi l'aria condizionata negli "slivers"?), e un confuso finale in cui, tra l'altro, la polizia tocca oggetti ritrovati sulla scena del delitto a mani nude.
MALCOLM X ( Malcolm X, USA 1992)
DI SPIKE LEE
Con DENZEL WASHINGTON, Angela Bassett, Al Freeman Jr., Spike Lee.
DRAMMATICO

Accolto in maniera discorde dalla critica americana, ebbe un buon successo commerciale ( ma non qui in Italia), anche se i settanta milioni di dollari incassati da "JFK", film a cui rimanda inevitabilmente quest'opera di Spike Lee, rimasero lontani.E' vero che come bianchi, e occidentali, è difficile comprendere fino in fondo le ragioni di Malcolm X e del cineasta che qui lo rappresenta in un film che è di per sè una testimonianza, e che solo una chilometrica lunghezza francamente un pò estenuante rende un lavoro "quasi" bellissimo. Straordinario Denzel Washington nel ruolo del leader che infiammò gli animi, e venne assassinato in un momento in cui stava invertendo in un processo di pace la propria vocazione battagliera.

venerdì 27 luglio 2007

IL PIU' GRANDE AMATORE DEL MONDO
( The world's greatest lover, USA 1977)
DI GENE WILDER
Con GENE WILDER, Carol Kane, Dom DeLuise, Fritz Feld.
COMMEDIA
Gene Wilder si allontanò da Mel Brooks dopo il successone di "Frankenstein Junior", e si cimentò anche alla regia, con risultati non sempre riuscitissimi, anche se come regista gli va riconosciuto un garbo, ed una conoscenza dei tempi della commedia non indifferenti."Il più grande amatore del mondo", film mai troppo considerato dalla critica, è una commedia molto divertente, che satireggia sul mito della Hollywood dei tempi d'oro, tanto da chiamare il protagonista Rudy Valentine, in omaggio-sberleffo a Rodolfo Valentino.Basterebbero le scene dello scompartimento del treno, in cui Valentine "esercita" lo sguardo da seduttore rischiando un sacco di botte, la lezione di seduzione sonora in una vetrina, e Wilder che atterra sulle spalle, abbattendolo, di un tipo che danza con una che gli sembra la sosia della Garbo( quando lui fa"posso...chiamarla Greta?", lei risponde"Veramente,io mi chiamo Luigi..."scoprendo sotto la veletta un bel paio di baffi) per rendere "The world's greatest lover" un piccolo classico del riso al cinema.Un esilarante film da riscoprire.
IL GRANDE INGANNO ( The two Jakes, USA 1990)
DI JACK NICHOLSON
Con JACK NICHOLSON, Harvey Keitel, Madeleine Stowe, Perry Lopez.
NOIR
Per anni era circolata la voce che una bellissima sceneggiatura non riusciva a diventare film:era il seguito di "Chinatown", il bellissimo noir di Polanski con il detective Jake Gittes, e si intitolava appunto "The two Jakes". Jack Nicholson si accollò anche la regia, dopo che Polanski aveva rifiutato di curarla, e Robert Towne, autore dello script, si era misteriosamente defilato.Cosi' com' è, "Il grande inganno",è un film che non convince del tutto, anche perchè deve forzatamente reggere il confronto con il primo film( occhio a fare il seguito di un film troppo bello, vedi "2010"...). Anche se è vero che non gli mancano le qualità, a partire dal buon cast, e a come è diretto, discreto intrigo, alle qualità della messa in scena.Solo che questa terza regia di Nicholson si risolve in un giallo dal passo troppo lento, dalle rivelazioni un pò prevedibili, e dal forse eccessivo riguardo del divo tornato regista per forza circa il soggetto.Peccato, perchè potevano essere un grande dittico, mentre sono un grande film e una grande aspirazione.
IL GIUSTIZIERE DELLA NOTTE N.° 2
( Deat wish II, USA 1982)
DI MICHAEL WINNER
Con CHARLES BRONSON, Jill Ireland, Vincent Gardenia, Robin Sherwood.
AZIONE
Dai proiettili di Paul Kersey, architetto con l'hobby della giustizia privata, non ci si salva proprio: dopo aver mandato all'altro mondo i teppisti che causarono la morte della moglie e lo shock che costò l'uso della parola alla figlia a New York, si è trasferito a Los Angeles, ha una nuova compagna, giornalista "liberal", e si è buttato sul lavoro seriamente. Solo che un nuovo manipolo di sbandati gli entra in casa, violenta e uccide la domestica sudamericana, rapisce la figlia, che subisce anch'essa lo stupro, e si uccide gettandosi da un finestrone: ovvio che il baffuto Kersey riprenda la pistola nascosta e si metta a far lavorare l'obitorio della polizia, apprezzato dalla maggioranza silenziosa, fino a compiere la sua vendetta. Anzi, continuando l'opera notturna di "disinfestazione", in una metropoli in cui lavora solo una squadra di polizia, le tracce non vengono rilevate, si spara alla gente con una naturalezza e una comodità da far apparire l'organizzazione di una partita di calcetto la scalata dell' Everest; di fronte a un prodotto come "Il giustiziere della notte N.2" non c'è granchè da dire. Senza stare a analizzare l'evidente ideologia da "ci vorrebbe la pena di morte", impressiona la sciatteria, e l'incuria cinematografica di una regia indecorosa, una sceneggiatura che piazza dialoghi come appiccicasse scotch su una carta da parati rovinata, e la recitazione di tutto il cast invita allegramente ad abbandonare la visione senza curarsi di vedere come andrà a finire. Il bello è che ne hanno fatti non so quanti seguiti, con Bronson sempre più incolore nel ruolo.
NON APRITE QUELLA PORTA PARTE 2
( The Texas chainsaw massacre part 2, USA 1986)
DI TOBE HOOPER
Con CAROLINE WILLIAMS, Bill Johnson, Jim Siedow, Dennis Hopper.
HORROR
Nonostante avesse conosciuto un nuovo ed effimero successo solo qualche anno prima con una pellicola prodotta da Spielberg, "Poltergeist", Tobe Hooper tornò velocemente al genere che lo aveva lanciato e , più propriamente, alla famiglia di pazzi e cannibali che gli hanno dato la fama nel '74, in un sequel di "The Texas chainsaw massacre". Come si può dedurre fin dalle prime scene, c'è tuttavia un cambio di passo, buttandola spesso su un umorismo, magari non finissimo, ma che di fatto sdrammatizza non poco la catena di orrori tutto intorno alla disgraziata disc-jockey radiofonica che incontra appunto il mostruoso nucleo familiare che aveva già imperversato anni prima. E , in non pochi momenti, si prova la sensazione bizzarra di non capire del tutto se Hooper ci è o ci fa, e il limite di questo sequel è appunto questo: al di là della partecipazione divertita di Dennis Hopper nel ruolo dello sciroccato sceriffo non troppo meglio dei cannibali che affronta, il regista non sa decidere se premere sul pedale dell'acceleratore dell'umorismo e fare addirittura una parodia del suo lavoro più conosciuto, o per timore di scontentare i fans, evitare ciò per dare ancora una parvenza di horror a tutti gli effetti. Breve, e comunque non noioso, "Non aprite quella porta parte 2" è un ibrido che convince poco, per l'appunto.

giovedì 26 luglio 2007

IL SENSO DI SMILLA PER LA NEVE
( Smilla' s sense of snow, D/DK/SW 1997)
DI BILLE AUGUST
Con JULIA ORMOND, Richard Harris, Gabriel Byrne, Vanessa Redgrave.
THRILLER Del bellissimo e complesso romanzo di Peter Hoeg, ne è stato tratto un film che ne dà una lettura superficiale, decoroso ma che non sfiora quasi mai il dolore sincero che è la struttura portante del romanzo.Scelta un'attrice anche brava ma troppo bella come Julia Ormond, sostanzialmente sbagliata per il ruolo della dura e ostica Smilla, mettendole attorno un cast di prim'ordine ma pescato un pò alla rinfusa, Bille August dirige professionalmente e spettacolarizza , anche troppo, la trama.Passabile, ma non rimane dentro lo spettatore come fa il libro in chi lo legge.
AMERICAN PIE 2 ( American Pie 2, USA 2001)
DI JAMES B.ROGERS
Con JASON BIGGS, CHRIS KLEIN, SEANN WILLIAM SCOTT, EDDIE KAYE THOMAS.
COMMEDIA
Ogni generazione ha la sua commedia demenziale, da "Animal house" in poi.Vista la proficua sortita di "American pie", curiosamente volgare senza mai diventare davvero pesante, era naturale che ne venisse almeno un seguito( ce ne sono stati due, più uno esclusivamente per il mercato video senza il gruppo protagonista).Cambia la mano in cabina di regia,e si avverte subito:difatti,vengono riproposti i personaggi principali del primo film, ma diversi sono mal gestiti da chi ha scritto il copione, lasciandoli sullo sfondo o comunque non rendendoli mai nè divertenti nè degni di interesse.E poi,spesso nei film americani,per sintetizzare alcune cose,o dare una descrizione di tempo che passa,si ricorre a scene montate sotto le note di una canzone( di solito riecheggiante qualche estate), ma qui il trucchetto viene adoperato tre o quattro volte, sottolineando un'effettiva mancanza di idee e di verve. I giovani attori, pur se ben amalgamati, soffrono qua e là la situazione, dando pochissimo spessore ai loro personaggi: oltre tutto, la carica spontanea e lontanamente malinconica dell'episodio numero uno latita del tutto. Si ride abbastanza poco, e non è certo l'ideale per un film comico.
IL PIANETA DELLE SCIMMIE ( Planet of the apes, USA 1967)
DI FRANKLIN J. SCHAFFNER
Con CHARLTON HESTON, Roddy mcDowall, Kim Hunter, Linda Harrison.
FANTASCIENZA

Da un romanzo dello stesso autore de "Il ponte sul fiume Kwai", Pierre Boulle, un classicissimo della fantascienza apocalittica, in cui gli effetti speciali stanno tutti sui volti degli attori (quasi tutto il cast) atto a rappresentare le scimmie che detengono il potere sul misterioso pianeta su cui il protagonista e i suoi colleghi astronauti atterrano; a ruoli invertiti, visto che i gorilla danno al caccia agli uomini, per procacciarli agli oranghi che con essi conducono esperimenti, la situazione per la nostra specie è drammatica. Per giungere a uno dei finali più impressionanti e effettivamente acuto, Schaffner ha l'intelligenza di gestire il racconto come fosse un film d'avventura ambientato su un altro mondo, con un Charlton Heston alle prese con una delle sue migliori prove, astronauta disincantato, scafato, eppure animato dalla curiosità ( "Ci dev'essere qualcosa di migliore dell'uomo"), portando la pellicola ad un piano di riflessione filosofico e antiutopistico asciugato dalla retorica. Il film, rifatto da Tim Burton non molto tempo fa, è ancora oggi, quarant'anni dopo la sua uscita, un cult affascinante e di gran presa sullo spettatore.
AL BAR DELLO SPORT ( I, 1982)
DI FRANCESCO MASSARO
Con LINO BANFI, Jerry Calà, Mara Venier, Annie Belle.
COMICO
"E' stato Linooo!C'ho il moviolonee!"esclama il barista mezzo scemo mentre realizza chi ha fatto il 13 miliardario che è sulla bocca di tutti.Filmetto comico di una consistente inutilità,"Al bar dello sport" si ammassa tutto sulle spalle di Lino Banfi, che non riesce , nonostante che effettivamente si impegni e non poco, a trovare con Jerry Calà una parvenza di sintonia, nè lo aiuta la regia floscia di Francesco Massaro.Sullo sfondo, la bella Mara Venier a ornare lo schermo senza contribuire granchè :riciclatissimo in tv, questo film fa parte di un periodo anonimo del cinema italiano brillante.

mercoledì 25 luglio 2007

HALLOWEEN- La notte delle streghe ( Halloween, USA 1978)
DI JOHN CARPENTER
Con JAMIE LEE CURTIS, DONALD PLEASENCE, Nancy Loomis, Tony Moran.
THRILLER/ HORROR
Oggi è considerato l' "ariete" che impose un nuovo modo di fare paura, soprattutto sugli schermi d'oltreoceano, con un maniaco omicida che ha più o meno le caratteristiche di uno spettro ( si provi a sparargli o altro, ritorna sempre) e una pervicacia assassina che inesorabilmente manda al Creatore in modo piuttosto violento ( coltellate,accettate, all'occorrenza anche altro) un numero discretamente alto di persone , perlopiù ragazzotte floride, a film. John Carpenter , in uno dei suoi lavori più commerciali, o perlomeno più marcatamente "di genere", inventò uni dei tre grandi mostri del cinema pauroso statunitense tra i Settanta e gli Ottanta, Michael Myers ,( il resto della sanguinaria combriccola sono ovviamente il Freddy Krueger di "Nightmare" e il Jason di "Venerdì 13"), probabilmente senza aver previsto che la sua sanguinaria e muta creazione avrebbe campato perlomeno per altri sette/otto film, straziando e massacrando con la solita lena imperterrita. "Halloween", di cui presto arriverà un remake, ( toccherà anche a "Suspiria", eh sì...) ha una discreta impostazione cinematografica, salvo denunciare un bel pò di databilità in alcuni passaggi, chiudendosi in modo azzeccato su una risoluzione finale che lascia lo spettatore pieno di dubbi sull'ultimo colpo di scena. Sicuramente migliore di tutti gli episodi successivi, il film spaventa relativamente, dato che basta una stanza buia, e si prevede facilmente che l'alacre Michael sia in zona...
JOE KIDD ( Joe Kidd, USA 1972)
DI JOHN STURGES
Con CLINT EASTWOOD, Robert Duvall, Don Storud, John Saxon.
WESTERN
Appena dopo aver impersonato il suo personaggio più celeberrimo, e dopo naturalmente aver spopolato con i film di Sergio Leone, Clint Eastwood si fece dirigere dallo specialista di westerne film avventurosi John Sturges, in questa rivisitazione del suo archetipo di pistolero inizialmente ambiguo e abilissimo con le armi, che passa dalla parte degli oppressi a far fuoco su prepotenti e bravados. Contrapposto a un "cattivo" che ha il carisma e la bravura recitativa di Robert Duvall, Eastwood ci mette il suo motore a due passi ( indolente, osservatore,serafico/ rapido, implacabile, sagace) e il film, che ha tra i propri pregi uno sfondo storico-sociale non di second'ordine , visto che sono in gioco gli atti criminosi dei latifondisti, non è tra i più bei western degli anni Settanta, però rimane uno spettacolo godibile e narrativamente corretto.
MIRANDA ( I, 1985)
DI TINTO BRASS
Con SERENA GRANDI, Andrea Occhipinti, Andy J. Forest, Franco Interlenghi.
EROTICO
Probabilmente da ascrivere tra i peggiori titoli degli anni Ottanta, lanciò l'opulenta Serena Grandi, che poi nell'arco di tre mesi girò altri due film in cui mostrava l'abbondante mercanzia di cui disponeva.Brass, dopo l'inaspettato trionfo commerciale de "La chiave", fece il bis con questo adattamento-stravolgimento in chiave erotica-soft de"La locandiera" del concittadino Goldoni.E tra cosce, seni, culi e immagini come sempre moltiplicate negli specchi, l'ex-regista anarchico mette insieme un sacco di pretesti per spogliare la sua popputa protagonista.Per ciliegina,nella scena del cimitero collocò sulle lapidi i nomi dei critici che lo avevano spesso stroncato:Kezich, Cosulich.... E il film lascia un velo di malinconico spaesamento dietro di sè....