sabato 31 marzo 2007

ROMANZO POPOLARE ( I,1974)
DI MARIO MONICELLI
Con UGO TOGNAZZI , Ornella Muti, Michele Placido, Vincenzo Crocitti.
COMMEDIA Tra i primi dieci incassi della stagione in cui uscì,questa tragicommedia firmata da Mario Monicelli col suo stile sapido e dolceamaro ambientata ,come il parallelo "Dramma della gelosia" di Scola, nelle passioni proletarie,tra tradimenti e furori da case popolari,riesce nel suo intento:diverte,mette su un saporito quadro d'ambiente,e mette alla berlina le presunte "aperture mentali " del maschio degli "anni millenovecentosettanta"(come dice un personaggio del film).E' l'occasione per Ugo Tognazzi per dimostrarsi una volta di più interprete straordinario e in piena maturità espressiva, dando le azzeccate sfumature al suo operaio attempato,disperato,geloso e fesso: e non sfigura una giovane Ornella Muti,sposina troppo giovane e troppo bella per non cadere in certe insidie extraconiugali.Il colorito dialogare dei personaggi fortemente accentuato di milanese è ben curato e gustoso,come allora,se ci facciamo caso,era quasi naturale nelle sceneggiature : e i colori opachi della periferia lombarda sono ben sfruttati per raccontare questa commedia che si fa malinconicamente realista mentre inclina verso il finale, con il resoconto dei destini dei tre protagonisti. Ottima la scelta di "Non sono una donna,sono una santa" su alcune scene importanti...
MONSTER (Monster, USA 2003)
DI PATTY JENKINS
Con CHARLIZE THERON, CHRISTINA RICCI, Bruce Dern, Lee Tergesen.
DRAMMATICO Annunciatissima vittoria agli Oscar per l'ex-top-model Charlize Theron,vista la decisione della bellissima attrice sudafricana di ingrassare e ricorrere al trucco per imbruttirsi come la vera Aileen Worns,dalla cui storia "Monster" è tratto : di solito handicap e disfacimento fisico pagano sempre alla Academy, e molti avevano predetto l'affermazione della protagonista alla premiazione lo scorso Febbraio.Il film vorrebbe avere le caratteristiche e il taglio del cinema-veritè,ma in realtà la regia è abbastanza sciatta ,quando non banale,e non dà l'adatto crescendo del pathos alla rattristante e violenta vicenda della donna che uccise quattro uomini a colpi di pistola e venne tradita dalla ragazza con cui aveva una relazione.E, ad essere onesti,c osì com'è, pare un film fatto da una regista che degli uomini non sembra avere buona opinione, se non un latente disprezzo:non ne appare uno decente nella storia (e i primi due che vengono uccisi, specialmente il primo, non meritano forse fine migliore), tranne un compagno di sbronze della protagonista di buon cuore ma macilento.Se cinema gay dev'essere, non implica una condanna degli etero : e quanto alla prova della Theron, appare abile a spogliarsi di molta della sua femminilità, con la gestualità goffa e rude della Worns,ma recita troppo con le protesi dentarie che le hanno messo per convincere fino in fondo.La cosa più valida del film è la patina sordida che riveste un pò tutta l'America provinciale che viene presentata: purtroppo non scuote né pone interrogativi sulla matrice esterna di una vita sbagliata e segnata dalla violenza come quella dell'assassina per rabbia e saturazione Eileen Worns.
TIMELINE (Timeline,USA 2003)
DI RICHARD DONNER
Con PAUL WALKER , Gerard Butler, Frances O'Connor, Billy Connolly.
FANTASTICO/AVVENTURA Ennesimo best-seller in libreria di Michael Crichton, ennesima trasposizione sullo schermo a suon di milioni di dollari : in attesa del prossimo "Preda"(o "Punto critico"?), anche Richard Donner entra nella lista di registi che vede nomi come Spielberg,Levinson, Wise a portare al cinema le storie del miliardario romanziere americano.Però questo presunto campione d'incassi che non è stato(sonora bocciatura al botteghino statunitense) denuncia troppe pecche per essere apprezzabile : la storia è prevedibile in ogni suo svolgimento,si indovina dall'inizio chi dei personaggi muore, chi decide di fare una scelta drastica una volta nel passato, e chi torna nel presente, i personaggi sono appena abbozzati, e anche le sequenze d'azione rivelano un'insolita goffaggine per essere dirette da uno specialista come il regista degli "Arma letale". Degli attori si salva , perlomeno per grinta, il barbuto Gerald Butler, mentre si perde nel nulla l'incolore Paul Walker .Non dice niente di nuovo,"Timeline",si lascia vedere con qualche sbadiglio, e due ore dopo l'inizio della proiezione, lascia affiorare la sensazione di aver visto qualcosa di poco interessante. Mica un bel risultato.
BLADE II ( Blade II, USA 2002)
DI GUILLERMO DEL TORO
Con WESLEY SNIPES , Leonor Varela, Kris Kristofferson, Ron Perlman.
HORROR/AZIONE
Chi l'ha detto che i numeri due siano sempre minori degli originali o dei primi episodi?"Blade II", passata la mano da Stephen Norrington a Guillermo Del Toro, regista con senz'altro maggior senso visionario, è uno dei non troppi sequel migliori addirittura del titolo precedente.L'azione, che pur non manca, non prende il sopravvento sulla trama, ci sono passaggi di sceneggiatura interessanti, il film è ben montato e musicato, e il cast radunato attorno allo scatenato Wesley Snipes è efficace e con le facce "giuste". In più, dopo aver svolto gli intrecci della corposa trama ,Del Toro fa approdare il suo episodio della saga del "Diurno" (così lo chiamano i vampiri "normali") e l'amore impossibile tra lui e la figlia del re delle creature della notte a un'alba impietosa e malinconica, un momento di sincero romanticismo che impreziosisce questo action-horror spettacolare e piacevole.
GLI ANNI SPEZZATI-Gallipoli (Gallipoli, AUS 1981)
DI PETER WEIR
Con MARK LEE,MEL GIBSON, Ron Grahamm, Bill Kerr.
DRAMMATICO
Sei anni dopo l'affermazione internazionale conosciuta da "Picnic ad Hanging Rock", che fu in pratica il primo film australiano emerso e riconosciuto in più o meno ogni dove, Peter Weir girò il primo dei suoi due film con la giovane stella rampante Mel Gibson( l'altro sarebbe stato, due anni dopo,"Un anno vissuto pericolosamente"). Adottato come manifesto pacifista da diversi giovani,"Gli anni spezzati" è un racconto di formazione nello stile più classico, storia di un'amicizia tra ragazzi nata dopo un'iniziale rivalità e destinata a chiudersi nella tragedia della guerra : siamo nei primi anni del Novecento, e i soldati australiani sono impegnati sui Dardanelli contro i turchi alleati dei tedeschi e degli austriaci. Come hanno sottolineato al cinema,tra gli altri, anche Kubrick e Rosi, gli alti ufficiali che decidono le strategie giocano al prezzo del sangue degli altri le loro ostinazioni, e Weir , che ideò il soggetto, racconta una pagina di storia a noi non molto nota, si tiene su una narrazione quasi scarna, adoperando suggestivi campi lunghi, suffragato dalla bellezza dell'"Adagio" di Albinoni e da "Oxygéne" di Jean-Michel Jarre. L'immagine conclusiva, un giovane colpito da una pallottola a distruggerne vita e sogni, è di quelle che non si dimenticano.
LA CASA DEI 1000 CORPI ( House of 1000 corpses, USA 2003)
DI ROB ZOMBIE
Con Sheri Moon, Bill Moseley, Sid haig, Karen Black.
HORROR

Piccolo successo orrorifico di due o tre stagioni fa, "La casa dei 1000 corpi" segna il passaggio alla regia cinematografica del musicista trashcore Rob Zombie, che ha girato anche il sequel di questo, intitolato "La casa del diavolo".Piaciuto non poco ai cultori del genere, per la verità "House of 1000 corpses" dice poco o niente di originale,parendo una copia di "Non aprite quella porta"(del quale è uscito poche stagioni fa un buon remake), con tanto di famiglia maledetta e massacratrice, con ogni componente carico di pazzia assassina e crudeltà a tutto spiano. Zombie ci dà dentro con la furia devastatrice del nucleo familiare oscenamente dedito al macellamento di chi capita nelle grinfie degli psicopatici che lo formano, soprattutto nella seconda parte,chiudendo il racconto con l'inesorabile e inevitabile brutta fine per l'ultima dei quattro turisti incauti : però , nonostante l'innesto di inquadrature cromaticamente distoniche e i connotati talvolta semiparodistici della dimensione orrorifica del film, non ci sono più che un paio di buone cose, cinematograficamente parlando(come la pausa-sospensione in silenzio prima dell'uccisione del poliziotto). Al limite,si può parlare di "demenzial-horror", ma siamo all'ennesima proposizione , più sordida del solito semmai, di proiezioni malate del marcio di provincia in salsa emorragica.
BABBO BASTARDO ( Bad Santa, USA 2003)
DI TERRY ZWIGOFF
Con BILLY BOB THORNTON , Tony Cox, Brett Kelly, John Ritter.
COMMEDIA
Al botteghino USA questa commedia ha realizzato buoni incassi, qui da noi è passata più o meno senza colpo ferire, scivolando velocemente via dalla programmazione : effettivamente l'idea di un Babbo Natale laido, sconcertante, senza ritegno, aveva la sua forza, e Billy Bob Thornton era un interprete credibile nel ruolo del ladro-imbroglione protagonista.Poi, il finale che si indigna sinceramente di fronte a un consumismo che ha perso ormai ogni proporzione e riguardo, è azzeccatissimo : peccato che lo script del film non sia divertentissimo, che le occasioni per ridere non siano numerose, che troppo spesso si ricorra al volgarotto fine a se stesso per situarsi dalle parti del politicamente scorretto.Perchè, potenzialmente, "Babbo bastardo" aveva da par suo molte possibilità per farsi ricordare : così com'è, invece, interessa e diverte a corrente alternata.

venerdì 30 marzo 2007

GREMLINS (Gremlins, USA 1984)
DI JOE DANTE
Con ZACH GALLIGAN,PHOEBE CATES , Hoyt Axton, Susan Burgess.
FANTASTICO
Uno dei più riusciti film fantastici degli anni 80, una combinazione indovinata tra horror, fiaba e commedia realizzata con abilità e acuto senso del cinema.Mostriciattoli orridi, buffi e paurosi, i Gremlins sono un'espressione impazzita e deforme del consumismo, gaudenti nel devastare e prendere i peggiori comportamenti degli uomini. Splendida la scena nel bar, con la torma di piccole belve in un carnevale di distruzione, e la sequenza in cui i Gremlins assistono urlanti a "Biancaneve e i sette nani".Dante è stato uno dei piu'bravi registi americani della sua generazione, peccato che alcune sue scelte non siano state altrettanto fortunate.
IN HER SHOES-Se fossi lei ( In her shoes, USA 2005)
DI CURTIS HANSON
Con TONI COLLETTE, CAMERON DIAZ , Shirley MacLaine, Anson Mount.
COMMEDIA

Percorso particolare,ma non nuovissimo, quello di Curtis Hanson da regista di genere ad autore di film più particolari e personali; era evidente sin da "Wonder boys" lo strappo (ma a ben vedere anche i titoli più da "gran pubblico" avevano qualcosa di diverso dal solito) e "In her shoes",lo conferma. Gli manca, certo, qualche cosa, qualche sforbiciata al minutaggio lo avrebbe reso migliore, e come per il film con Douglas citato prima, ci si mette un pò ad entrare nella storia , però Hanson fa valere la sua dote di buon narratore e di ottimo direttore degli attori, traendo il meglio da un cast cui i ruoli importanti sono al femminile. E femminile è la sensibilità e la complessità dei rapporti tra le due sorelle antitetiche e a un grado di incompatibilità alto, ma irreversibilmente legate.Toni Collette conferma il talento tragicomico che possiede,Cameron Diaz dipinge una bellezza sfavillante e tremendamente incline all'avventatezza,Shirley MacLaine fa suo il bel personaggio della nonna che fungerà da collante alle due sorelle in conflitto.
THE LEGEND OF ZORRO ( The legend of Zorro, USA 2005)
DI MARTIN CAMPBELL
Con ANTONIO BANDERAS, CATHERINE ZETA-JONES , Raul Mendèz, Giovanna
Zacariàs.
AVVENTURA

Rimandato per diverse stagioni, il capitolo secondo delle avventure di Zorro targate Campbell-Spielberg-Banderas sono poi giunte con battage pubblicitario eclatante,ma sette anni, pur essendo cinematograficamente una mezza eternità( a livello commerciale,intendo) non sono bastati agli sceneggiatori per mettere insieme una storia decente. Questo Zorro sembra una versione a cavallo di Batman, gli manca solo di volare,si attacca con la frusta a un palo saltando giù da un treno lanciato a tutta birra con la bellissima moglie retta dall'altro braccio, trovando,ma vedi mai, un pezzo di muro dietro il quale ripararsi dall'esplosione del medesimo mezzo di locomozione. E questo per dirne una:Campbell, che funziona molto meglio con James Bond, non indovina mai il ritmo giusto, dando l'impressione di un mescolamento tra il cinema di Spencer & Hill e la serie Disney anni '60 sull'eroe mascherato, Banderas e la Zeta Jones stanno sullo schermo per onor di contratto. E anche se succedono molte cose, si arriva alla conclusione con una bella dose di noia addosso.
I PROTAGONISTI ( The player, USA 1992)
DI ROBERT ALTMAN
Con TIM ROBBINS , Greta Scacchi, Vincent D'Onofrio, Whoopi Goldberg.
DRAMMATICO
Altman apre bene con il famoso piano sequenza da otto minuti utile per presentare un pò tutti i personaggi di "The player": proseguendo con il seguire Tim Robbins, perfetto prototipo di squalo sorridente, nelle sue malefatte. Ha fatto bene l'autore a scegliere questo interprete per dare un volto al suo produttore carogna:Robbins è capace di perpetrare i peggiori misfatti conservando sempre quell'aria di ragazzone modello che gli è propria, e qui è importante il contrasto tra l'immagine esteriore e la realta'interiore, in un ambiente tutto basato sull'apparire. "I protagonisti" si avvale di una buona sceneggiatura, di Michael Tolkin, che spazia dal giallo psicologico alla commedia satirica, al dramma intimista.Non un'opera trascendentale, è vero, ma intelligente, fa sorridere e anche pensare:un film sul cinema interessante e non fine a se stesso, il quale intende dire che è la logica del guadagno a tenere in piedi la macchina dei sogni.That's Hollywood!
BORAT- Studio culturale sull'America a beneficio della gloriosa nazione del...
( Borat- Cultural learnings of America for make benefit ... , USA 2006)
DI LARRY CHARLES
Con SACHA BARON COEN, Ken Davitian, Luenell, Pamela Anderson.
COMICO
Ci sono una risposta semplice, e una complessa, per quasi ogni domanda che viene posta: c'è un modo semplice, e uno complesso , di vedere quasi ogni film che viene fatto. "Borat", grande successo a sorpresa negli Stati Uniti, è un caso che è giunto nelle nostre sale diversi mesi dopo la sua esplosione ai botteghini americani: si tratta di un falso documentario su un reporter kazako in visita di lavoro in USA, e l'umorismo che emerge è non consolatorio, spesso pesante e spiazzante, con volgarità a profusione, quasi una derivazione "splatter" della comicità demenziale inventata da Landis, Belushi & Co.. C'è gente che si alza dalla poltrona e si lancia verso l'uscita, specialmente dopo la già famigerata scena della camera d'albergo ( picco di oscenità generante un riso forse demente, e forse no): e allora sorge un'altra prospettiva, e "Borat" diventa parente stretto del cinema disperatamente provocatorio di Ciprì e Maresco, quelli di "Cinico tv" e "Lo zio di Brooklyn", e appare chiaro l'intento aggressivamente sarcastico del falso documentario. Considerando che le riprese sono state quasi interamente realizzate come se la pellicola fosse una candid-camera extralarge, viene fuori un quadro derisorio e allo stesso tempo allarmante degli Stati Uniti di oggi, con gente che sfugge correndo uno sconosciuto che tende la mano in una affollatissima via newyorkese, o una folla presente a un rodeo che applaude lo sconnesso discorso del protagonista circa la guerra in Iraq e i suoi orrori, ululando con fierezza. Qualche cosa non funziona,nella seconda parte il tentativo di racconto si inceppa un pò,ma attenendosi all'inquadratura del sistema di vita americano odierno, se si arriva a questo grado di lettura, riconoscendo dietro la risata grassa un furore derisorio quasi ferreriano, si ha modo di riconsiderare questa versione 2000 e oltre di "Che ve ne sembra dell'America",tanto per citare William Saroyan.
300 ( 300, USA 2007)
DI ZACK SNYDER
Con GERARD BUTLER ,Lena Headey, Dominic West, Rodrigo Santoro.
EPICO
L'approdo di Frank Miller agli schermi , se si esclude l'iniziale fiasco della sceneggiatura di "Robocop 2", porta nelle tasche dei produttori fior di quattrini, e la tentazione di imitare la complessa grafica per i registi è troppo forte, il supporto del computer si fa sentire, e il pubblico resta perlopiù a bocca aperta di fronte alle elaborazioni visive create. Da fan ormai quasi ventennale del fumettista, mi si lasci qualche perplessità: una scrittura già molto "cinematografica" subisce una forzatura se dilatata su schermo gigante, e paradossalmente fa risaltare la pur spettacolare staticità delle tavole. Purtroppo, come molti recensori hanno rilevato, "300", sulla proditoria impresa di Leonida(un Gerard Butler tutto sommato bravo,anche se sopra le righe) e dei suoi Spartani al passo delle Termopili di fronte all'orda persiana, il parallelo USA-Sparta e Persia-Medio Oriente salta fuori, fornendo una rozza e arrogante rilettura storica: per sottolineare un ricorso storico, secondo la sceneggiatura, che più di una volta evidenzia "il nemico asiatico", il "pericolo orientale", si celebra un capo che non interpella nessuno e va alla guerra, mentre imbelli consiglieri vigliaccamente traccheggiano nei parlamenti. Vi ricorda mica niente accaduto nel 2003? O, perlomeno, la versione che si è voluto dare di un evento recente? "300" è un film assai spettacolare, violento e gratuito nella sua crudezza stilizzata( il mezzo stupro della sposa di Leonida concessasi per aiutare il marito in battaglia a un infame falso amico è abbastanza avvilente), manicheo nella rappresentazione di un impero di certo non più ignorante degli evoluti Greci, e spruzzante un machismo onestamente patetico,alla lunga. Con tutto ciò, la sua realizzazione in un momento di estrema delicatezza politica e storica come questo, oltre che poco intelligente, sa di scriteriato.
LA VITA E' BELLA ( I,1997)
DI ROBERTO BENIGNI
Con ROBERTO BENIGNI ,Nicoletta Braschi, Giorgio Cantarelli, Horst Buchholz.
COMMEDIA/DRAMMATICO

Si era sempre detto che il Benigni interprete fosse di statura sproporzionata rispetto al più modesto Benigni regista, ma qui ci troviamo di fronte all'opera di un autore che vi ha messo il massimo della propria concentrazione, passione e intelligenza.Un bel rischio,certo, perchè realizzare una commedia ambientata per buona parte in uno dei luoghi più orrendi che mai l'umanità abbia generato, i campi di sterminio, ma la scommessa è vinta : perchè si poteva risolvere in una futile e insensibile baggianata, ma un genio fa riconoscere la propria impronta.E anche se il film non ha un vero e proprio lieto fine ( scelta apprezzabile, e giusta per sottolineare l'aspetto tragico del tema elaborato), si chiude su un bambino che salta di gioia in braccio alla madre.Per ribadire che alla demente furia del Potere e della Morte si può reagire con un impulso vitale come il ridere, o l'amare.Tanta è la passione di questo buffo ometto, il suo entusiasmo per la vita, che si adoperi per un corteggiamento implacabile, da innamorato al cubo, che crei per il figlioletto l'illusione che il campo in cui vengono rinchiusi in quanto ebrei sia parte di un mastodontico gioco, che non si può non sentrisi coinvolti emotivamente.Omaggi dichiarati a Chaplin e Troisi, Oscar vinti, e un'onda emozionale lunga e densa.
THE BEACH ( The beach, USA 2000)
DI DANNY BOYLE
Con LEONARDO DICAPRIO , Virginie Ledoyen, Guillaume Canet, Tilda Swinton.
DRAMMATICO

Incredibile capitombolo anche pretenzioso e inesorabilmente antipatico di un regista dotato e di talento,"The beach" segnò la vulnerabilità commerciale e la credibilità artistica del lanciatissimo, soprattutto all'epoca,Leonardo DiCaprio. Il film vorrebbe forse fare un discorso sulla fascinazione e sulla palese inattuabilità delle grandi Utopie, ma si perde in una storia che ben presto si ingarbuglia su se stessa, ha dialoghi abbastanza rattristanti, per non parlare di definizione dei personaggi e grado d'interesse dello spettatore. La Swinton fa le facce stralunate, DiCaprio ha l'aria di essere permanentemente rintronato dal fumo e dallo spaesamento, Carlyle ha la fortuna d'apparire pochissimo : si salvano ovviamente i meravigliosi paesaggi e i colori del male.Per il resto, si potrebbe condensare l'opinione sulla pellicola in un interminabile sbadiglio, lungo tutta la proiezione : da inseguimento con un metaforico legno in mano la sequenza del videogioco nella foresta, con il divo DiCaprio "virtuale".
SPIDER-MAN 2 ( Spider-Man 2, USA 2004)
DI SAM RAIMI
Con TOBEY MAGUIRE, KIRSTEN DUNST ,Alfred Molina, James Franco.
FANTASTICO
A due anni dall'esplosiva affermazione del film sull'eroe più amato della Marvel Comics, giunse un seguito non meno fortunato, che ha totalizzato montagne di dollari di incasso.C'è ancora Sam Raimi alla regia,Tobey Maguire , nonostante qualche resistenza, ha indossato di nuovo la calzamaglia rossoblù dell'Arrampicamuri, ritornano alcuni personaggi importanti e si presenta un nuovo villain, lo scienziato Dottor Octopus, sullo schermo chiamato più brevemente Doc Ock. Raimi coglie, come Burton prima di lui per Batman, la solitudine dell'eroe e delle sue scelte, disegna non senza umorismo la storia, con il continuo confronto tra l'eroismo senza limiti dell'Uomo Ragno e la disadattata imbranataggine del suo volto ufficiale, Peter Parker : non di meno, abbozza interessanti rapporti psicologici tra i personaggi, per sottolineare la non-unidimensionalità del suo adattamento delle avventure del Tessiragnatele. Molto spettacolare nelle scene d'azione, forse qualche dialogo andrebbe leggermente limato,"Spider-Man 2" è un bel film fantastico come il suo predecessore, e lancia lo spettatore nei tuffi tra i canyon metropolitani fatti di grattacieli del suo eroe, con le molte complicazioni che sono da mettere in conto a un personaggio del genere. Il regista si concede una scena a un passo dallo splatter puro come quella della strage in sala operatoria, e preannuncia gli scenari del terzo film sull'Uomo Ragno, indicandone forse ingannevolmente, e forse no, due nemici. Chi conosce le storie a fumetti sa bene di cosa parlo...
FRANKENSTEIN (Frankenstein, USA 1931)
DI JAMES WHALE
Con COLIN CLIVE, BORIS KARLOFF,Mae Clarke.
HORROR
Un film-prototipo,buono per essere analizzato, citato, rifatto e ripetuto : indubbiamente, la rilettura che James Whale dette del romanzo della Shelley è, per molti versi, la versione definitiva su celluloide della tragedia orrorifica del barone von Frankenstein e della sua Creatura.A livello scenico, un capolavoro,fatto di luci e ombre, con la "traccia" delle fattezze dell'infelice e assassina Creatura modellate sul volto di un grande Boris Karloff, il quale assembla pieta', orrore, malvagita' e disperazione nel "figlio" rinato, e poi respinto dal padre-scienziato.Da antologia tante scene, su tutte quelle del vagare della Creatura che porta con se'distruzione e morte, ma non puo'fare altrimenti.E peccato, perchè così com' è sa di imposizione dalla produzione, per quella "chiusa" con il vecchio barone che sgrida affettuosamente le servette della tenuta, che pare un'estrapolazione dalla serie "Sissi l'imperatrice". Ma in questo "Frankenstein" è evidente la mano di un grande regista, che ha lasciato un segno indelebile nella cinematografia mondiale.

mercoledì 28 marzo 2007

DOPO MEZZANOTTE ( I,2003)
DI DAVIDE FERRARIO
Con GIORGIO PASOTTI, FRANCESCA INAUDI, FABIO TROIANO, Francesca Picozza.
COMMEDIA

Torino è una città che ha spesso ispirato i cineasti nostrani, che vi hanno ambientato o comunque girato scene importanti del proprio cinema : nella Mole Antonelliana , simbolo della città, si svolge gran parte di questo piccolo film che , uscito a stagione praticamente finita nel 2004, si è rivelato un caso. Parlando di tre giovani non comuni, Ferrario realizza una graziosissima storia d'amore a tre e coglie contemporaneamente l'occasione per una dichiarazione al cinema, al fimare la realtà,a mettere su una pellicola ciò che vorremmo trasporre negli occhi e nella memoria di chi vedrà. Aperto a slanci di umorismo arguto e disponibile a momenti di tenerezza a tradimento,"Dopo mezzanotte" è un gioiellino che si merita tutto il bene con cui se ne parla;Giorgio Pasotti ,nel suo Martino che morde mele e sta fuori dalla realtà, ricorda il primo buffonesco Nichetti, quello di "Ratataplan", Francesca Inaudi, con quella faccia un pò così e quel corpo assai bello richiama un pò la giovane Jamie Lee Curtis, e Fabio Troiano , fisicamente assomigliante a Claudio Santamaria, danno vita a tre personaggi tanto strani, tanto suscitatori di curiosità.E quando il film finisce ti è venuta la voglia di visitare una suggestiva Torino.
IL SIERO DELLA VANITA' ( I, 2004)
DI ALEX INFASCELLI
Con MARGHERITA BUY , Francesca Neri, Barbora Bobulova, Valerio Mastandrea.
GROTTESCO
A modo suo "Almost blue" si è rivelato una sorta di cult ( a me non è piaciuto), e Alex Infascelli ha realizzato un secondo thriller, che fosse più che altro una metafora -messa in ridicolo del plasticoso mondo della tv di oggi. Se si escludono alcuni dialoghi un pò troppo artificiosi,una certa impostazione fumettistica, qualche forzatura nello snodo dei fatti della pellicola, si può dire che "Il siero della vanità" è un bel passo avanti per il suo autore con qualche indovinata atmosfera, qualche tocco di sarcasmo azzeccato, e una buona interpretazione soprattutto della poliziotta ammaccata Margherita Buy.Peccato che l'assunto polemico del film sia anche troppo scoperto, e l'accusa alla tv-discarica che si riversa nelle nostre case quotidianamente è declamata in modo così sonoro da autoammortizzarsi.Però il finale amaro, l'eroina nonostante tutto sconfitta, sono segnali di un cinema di genere che potrebbe cominciare a rinascere. E sarebbe una cosa positiva per tutti, dagli esercenti a produttori, sceneggiatori ed attori.

martedì 27 marzo 2007

NEW YORK, NEW YORK ( New York, New York, USA 1977)
DI MARTIN SCORSESE
Con LIZA MINNELLI,ROBERT DE NIRO , Lionel Stander, Georgie Auld.
SENTIMENTALE/MUSICALE

Uno dei film d'amore più belli e "reali", con un uomo e una donna che si ameranno forse per sempre, ma per tanti motivi non sanno restare insieme. Scorsese celebra, per una volta, la violenza della passione, e non quella fisica, in una commedia drammatica che cede molto spazio alla musica, dato che si parla di un sassofonista e di una cantante, e a un'ispirata ricostruzione d'ambiente, che rende benissimo l'America dell'immediato dopoguerra.Sì, è vero, ha a disposizione due grandiosi interpreti, un DeNiro appassionato, tanghero e innamorato, una Minnelli vitalissima, palpitante, energica, un assemblaggio di canzoni e musiche straordinario, che trova nel tema del titolo( e nella sua interpretazione di Liza Minnelli in sottofinale da applauso) il suo apice. Ma basterebbe una sequenza per consegnare "New York,New York" alla sezione Grandi Film : quella in cui i due si sono dati un appuntamento con cui può ricominciare la loro relazione, accantonata da tempo, lui aspetta ad un angolo di strada, sui marciapiedi fradici di pioggia, e va via , perchè nessuno dei due ha avuto il coraggio di presentarsi davvero. Nelle note che si fanno da vivaci a malinconiche sull'aria ancora di "New York,New York" sta uno di più struggenti finali visti al cinema.
D-TOX ( D-Tox,USA 2002)
DI JIM GILLESPIE
Con SYLVESTER STALLONE ,Tom Berenger, Charles S.Dutton, Kris Kristofferson.
THRILLER
Sly stentava a riprendere quota, e questo thriller bloccato per quasi due anni uscì prima in Europa che in America, forse per giungere in patria con un buon esito commerciale,ma così non andò. Giallo a "eliminazione", su un canovaccio nipote di "10 piccoli indiani"( personaggi via via falcidiati in uno spazio ristretto, con colpevole da scoprire), "D-Tox",già "Eye See You" è diretto dal Jim Gillespie che non aveva fatto un buon lavoro con "So cosa hai fatto": per la verità, pur rimanendo perplessi sulle motivazioni del killer(molto, ma molto nebulose..) e su qualche ovvietà di prammatica, c'è da dire che molti film di successo con Stallone sono stati peggiori di questo.Curioso, inoltre, il fatto che il cast sia popolato da volti conosciuti, come Kris Kristofferson e Tom Berenger in ruoli di contorno.E la tensione?Molto intermittente, ma qualche scintilla si avverte..
L'UOMO CHE NON C'ERA ( The man who wasn't there, USA 2001)
DI JOEL COEN
Con BILLY BOB THORNTON , Frances McDormand, James Gandolfini, Scarlett Johansson.
NOIR
Forse dispiacero'a qualcuno,ma lo devo dire: "L'uomo che non c'era" non è un brutto film, ma aggiunge solo un bell'esercizio di stile alla bella filmografia dei Coen Bros. La regia?Ben calibrata ed elegante.La sceneggiatura?Falsamente scarna e ben sviluppata. Billy Bob Thornton?Bravissimo nel suo gioco a "sottrarre".E allora cosa non mi ha convinto?Senz'altro al film, che vuol essere anche un omaggio al noir piu'stilizzato e mitico, manca quella carica sovversiva che aveva fatto di "Arizona junior", soprattutto de"Il grande Lebowski", ma anche ,fino a un certo punto di "Fargo" e "Barton Fink"dei film tragicamente ironici e fieramente ribelli nel contesto del cinema americano.
SUPERMAN-IL FILM ( Superman:the Movie, USA 1978)
DI RICHARD DONNER
Con CHRISTOPHER REEVE , Margot Kidder, Gene Hackman, Marlon Brando.
FANTASTICO
Fu, a livello di effetti speciali, anche innovativo per come rendeva "possibile" il volo dell'eroe venuto da Krypton, e allestito come un kolossal che si rispetti, con molti voti noti anche in ruoli brevi. "Superman-il film", scritto da Mario Puzo, ovviamente basandosi sulle strisce a fumetti che dagli anni 30 vengono pubblicate con gran successo, rivisto oggi ha forse un po'di tempi morti, e lesina un pò le scene spettacolari (soprattutto se rivisto oggi, appunto e paragonato agli anche troppo cinetici ritmi dei film d'azione) : ottimo l'apporto di Gene Hackman, sardonico cattivo che si prende praticamente l'intero film , o quasi,sulle spalle, brava Margot Kidder a dare un taglio vagamente nevrotico all'eterna fiamma di Superman/Clark Kent, Lois Lane, e tutto sommato apprezzabile Christopher Reeve nell'entrare nei panni ordinari del giornalista Kent e nella calzamaglia di Nembo Kid. Donner , con passo solenne e talvolta scherzandoci sopra (ma di rado), illustra la storia puntando sul suo professionismo ,e cavandosela benino : ma il lavoro di Lester nei due successivi episodi , è di gran lunga superiore.
THE MOTHMAN PROPHECIES ( The mothman prophecies,USA 2002)
DI MARK PELLINGTON
Con RICHARD GERE ,Laura Linney, Will Patton, Alan Bates.
THRILLER
Ectoplasma , extraterrestre, o semplice mostro ? Amico o nemico? Il "Mothman"del titolo e'un Uomo-Falena, che appare prima di disgrazie o catastrofi, e la storia narrata pare avere origine dalla realta'.Richard Gere è un giornalista alla ricerca della verità, coinvolto a livello personale in maniera profonda, dato che la moglie è morta dopo un incidente dovuto alla percezione del misterioso essere da parte della donna. Il film ci mette un pò a trovare il ritmo giusto, ma Pellington è un autore interessante (suo l'ottimo "Arlington road"), e mantiene il tono della narrazione su un registro non sensazionalistico, giocando la tensione sulla visione che ognuno ha del "mostro".Gere è credibile nel ruolo del perplesso protagonista, e ogni tanto si prova qualche brivido.
SPY GAME ( Spy game, USA 2001)
DI TONY SCOTT
Con ROBERT REDFORD, BRAD PITT, Catherine McCormack, Charlotte Rampling.
THRILLER/AZIONE
Devo far pubblica ammenda : per anni ho considerato Tony Scott ( ma non credo di essere il solo..) il fratello venuto peggio del Ridley di "Alien" e "Blade runner". Negli ultimi anni, e guardando alcuni dei suoi lavori piu'recenti ( non "Man on fire",per carità) , gli devo riconoscere una solidità di narratore robusto, specialmente alle prese con thriller fantapolitici. Se "Allarme rosso"soffriva di qualche semplicismo di troppo, e "The fan" su un tema interessante zoppicava un pò ( ma era colpa anche del libro da cui il film era tratto),"Nemico pubblico " e "Spy game" sono film d'intrattenimento, con grossi divi, che rispecchiano e suggeriscono problemi seri e paure dell'Uomo di oggi. Mettendo sempre personaggi contro poteri forti e ingranaggi colossali,Tony Scott costruisce qui un thriller d'azione che curiosamente si svolge per metà in una sala riunioni della CIA. Per due ore ,c on una trama abbastanza complicata, il regista inglese mette Redford e Pitt a confronto in una sorta di "Jules e Jim" tra spioni, immettendo due volti-cult degli anni Settanta : Charlotte Rampling e David Hemmings.

lunedì 26 marzo 2007

AGENTE 007-MISSIONE GOLDFINGER ( Goldfinger, GB 1964)
DI GUY HAMILTON
Con SEAN CONNERY , Gert Froebe, Honor Blackman, Shirley Eaton.
AZIONE/SPIONAGGIO

Forse lo 007 piu'celebre, "Missione Goldfinger" fu il terzo episodio della serie, che fece esplodere definitivamente il mito di James Bond : è anche quello in cui si affacciano per la prima volta gli ingegnosi gadgets di "Q", quello in cui l'ironia diventa parte integrante della storia, e Gert Froebe è in effetti uno dei migliori cattivi dell'ormai quarantennale serial.Sean Connery, che arrivi con lo smoking sotto una muta da sub, che lotti contro il crudele coreano dalla bombetta assassina OddJob, o rischi di perdere la celebrata virilita'con il laser del nemico Auric Goldfinger,è sempre piu'a suo agio nei panni dell'eroe di sua maestà britannica .Guy Hamilton mette al servizio della spia creata da Fleming una regia attenta e molto efficiente.Un classico del cinema d'evasione.
L'ULTIMA ALBA ( Tears of the sun, USA 2003)
DI ANTOINE FUQUA
Con BRUCE WILLIS, MONICA BELLUCCI, Cole Hauser, Eamonn Walker.
AZIONE

La questione africana, così complessa, così annosa, funge spesso da ambientazione per film bellici con qualche pretesa impegnata, così come a parole sembrerebbe voler essere "L'ultima alba", diretto dal regista nero Antoine Fuqua,già director di "Training day". Ponendo il duro e inaridito tenente di un corpo speciale di soldati USA Bruce Willis davanti alla possibilità di proteggere una piccola comunità di una missione dalla furia massacratrice di truppe irregolari messe insieme dai trafficanti d'armi, la sceneggiatura ( piena di dialoghi scontati e non particolarmente da ricordare) comprende una bellissima dottoressa che ha a cuore la sorte dei disgraziati sottoposti a eccidi, stupri e mutilazioni e un gruppo di militari tutti convertiti a un intento umanitario non indifferente. Se questo film ha un pregio, è il tentativo di imbastire una storia tra le scene d'azione , comunque ben realizzate tecnicamente:ma trapela troppa superficialità di fondo, a volte la violenza è troppo insistita,e dei due protagonisti, lei è del tutto inadeguata alla parte, lui ha sì e no due espressioni ,furioso e dolorante.